I Cutelli e Valledolmo

 

         Certamente non abbiamo la presunzione di scrivere o riportare notizie inedite, tutto quanto scritto in queste poche righe è frutto di una ricerca che ci auguriamo sia quanto più fedele, e che è stata tratta dal libro di Orazio Granata (Valledolmo dall’Origine ai giorni nostri). Abbiamo ritenuto utile descrivere la relazione esistente tra i Cutelli e Valledolmo al fine di dare una continuità alla storia della Famiglia Cutelli, fondatrice del “Nostro” indimenticabile Collegio, naturalmente fino ad un certo punto.

         La “Nostra” storia ha inizio con la nascita a Catania dell’Avv.  Mario Cutelli (1586-1654), conte di Villa Rosata e signore di Aliminusa (di cui si è detto in una precedente rubrica) e si esaurisce di fatto con la morte di Giovanni (1747) ultimo dei Cutelli poiché senza eredi maschi.

         La storia di Valledolmo comincia nel lontano Aprile del 1636 quando Pietro(II dei Giorlando) Lo Squiglio barone di Galati “baronetto sciupone”, fu costretto a vendere la baronia di Valle dell’Ulmo al Cav. Antonio Cicala il quale, da buon genovese (poiché avrebbe dovuto versare dei tributi), si guardò bene di chiedere la prescritta “Licentia populandi” al fine di ufficializzarne (1645), di diritto, la baronia. Ma si deve proprio al Cicala l’inizio dei lavori per la fondazione di questo nuovo villaggio, iniziando una serie di lavori che avevano le sembianze di un vero e proprio Piano Regolatore, facendo costruire tra l’altro una chiesetta (1643/45) attigua alla sua dimora, adibita (ancora oggi) ad Oratorio dei Confrati del Rosario. Documento inequivocabile della investitura non ufficiale a Don Antonio Cicala barone di Valle dell’Ulmo, quale fondatore di Castel Normanno o Valle dell’Ulmo, è a tutt’oggi la campana di bronzo di un centinaio di chili che ne porta scolpita tale dicitura.

         Ufficialmente, previo versamento della relativa tassa (di 120 onze, al Viceré spagnolo Don Giovanni D’Austria) ed ottenimento della “Licentia populandi “ (17 Agosto 1650), da Don Giuseppe Cutelli viene fondato Valledolmo – Castel Normanno, Valle dell’Ulmo, definito per quel tempo “Poderoso Vassallaggio” che emerge e spicca tra tutti gli  11 comuni della Ex Comarca di Castronovo di Sicilia.

         Subito dopo e precisamente nel Settembre 1650, Don Mario Cutelli, acquista il feudo di Mandranuova, e nel Luglio 1654 acquista il feudo di Cifiliana.

         Ricapitolando, tutto inizia da Don Antonio Cicala che acquista la baronia di Valle dell’Ulmo da Pietro Lo Squiglio barone di Galati, baronia poi ereditata dal nipote Don Giuseppe Cutelli e Cicala, figlio di Don Mario Cutelli e di  Cristina Cicala che diviene nel Febbraio del 1651, 5° Barone di Valle dell’Ulmo, e 1° Barone di Castel Normanno.     

 Don Giuseppe Cutelli, continuò l’opera di ingrandimento di Valle dell’Ulmo, ingrandì il palazzo iniziato dal nonno Antonio Cicala già lungo 150 mt., elevandolo al 2° piano; stipulò una cinquantina (50) di contratti di vassallaggio, i quali erano costituiti da 37 art. (di cui 14 regolavano le tasse e i tributi, 8 sancivano le privative sulle attività industriali riservati agli stessi, 8 fissavano le norme sull’amministrazione civile del villaggio, 7 elencavano le franchigie a chi si impegnava a risiedere nella baronia); accrebbe il numero delle case terrane di abitazione con annesso terreno di pertinenza, regolamentando le concessioni; fece costruire una nuova chiesa, più spaziosa, dedicata alla Madonna del Buon Pensiero, che sostituì la precedente costruita dal nonno A. Cicala, collocandovi la vecchia campana. In questa chiesa, fu tumulata la moglie Duchessa Anna Summaniata, morta prematuramente nell’Agosto del 1655 all’età di 19 anni. Dopo qualche anno sposa Donna Maria Abatellis. Morì il 24/Novembre/1673 e venne tumulato nella chiesa di San Francesco di Paola fuori Porta Carini, a Palermo.

         Gli succedette il figlio Don Antonio Cutelli (6° Barone di Valle dell’Ulmo) che prese l’investitura della Baronia di Castelnormanno, di Aliminusa ,di Cifiliana,di Villarosata , nell’Ottobre del 1674, e che sposò una Dama di casa Marchese. Ebbe diverse traversie, e per vicende familiari fu costretto (il 16 Febbraio 1692) a donare la Baronia avuta in eredità alla madre Contessa Maria Abatellis, che per tale passaggio fu la 7° Baronessa della Valle dell’Ulmo-Castelnormanno. I guai che gli scaturirono dal suo carattere altero ed arrogante, culminarono, durante il tentativo di abuso di un “jus primae noctis”, con la sua uccisione per mano di un suo fido servitore e campiere, tale Pietro Corvo, avvenuta la sera del 5 Agosto 1711, a soli 55 anni. Lascia un figlio naturale l’Avv. Giovanni Cutelli, principe del foro di Catania. 

        Venne tumulato nella Chiesa delle Anime Sante, dove troviamo un marmoreo mausoleo.

        Alla morte della madre Maria Cutelli Abatellis, le succede la figlia e sorella di Antonio, Cristina Cutelli  che eredita (il 20 Luglio 1712) così la Baronia di Valle dell’Ulmo-Castelnormanno divenendone così la 8° Baronessa. Da questo momento nasce una disputa legale per l’acquisizione dell’eredità dei feudi, con il nipote e figlio di Antonio, Avv. Giovanni Cutelli, che ebbe definitivamente Causa Vinta nel 1734.

         A tal proposito bisogna ricordare che motivo di vittoria legale fu “uno strettissimo fedecommesso agnatizio, ammettendo alla successione figli illegittimi a preferenza delle femine” fatta inserire da Don Mario Cutelli nel suo testamento; così come nel suo testamento (del 1653) si legge che una parte dei suoi possedimenti, feudi e beni allodiali, erano destinati alla costruzione d’un Collegio di uomini nobili, l’attuale Convitto Nazionale Mario Cutelli di Catania.

        Fu uomo colto, di senno e generoso, tanto che istituì in perpetuo quattro (4) borse di studio per i giovani desiderosi di proseguire gli studi. Morì a Palermo il 27 settembre 1747.

        La Contessa Cristina Cutelli (8° Baronessa di Castelnormanno-Valle dell’Ulmo) fu donna religiosa ed energica, sposa Don Giovanni Joppolo, ed appronta una notevole somma per la costruzione di una nuova chiesa (1845) più grande della precedente da adibire a Chiesa Madre; fece costruire un bevaio a sud del centro abitato, tuttora ben conservato e chiamato “Acqua della Signora Cristina”.

        La coppia non ha figli maschi per cui la Baronia passa alla loro figlia femmina Girolama Joppolo Cutelli il 16 Luglio 1746, la quale diviene la 9° Baronessa di Castelnormanno –Valle dell’Ulmo ed alla quale tra l’altro, il 16 Luglio 1748, passano in eredità per la morte dello zio Avv. Giovanni Cutelli, i feudi di Cifiliana e di Mezzamandranuova. Si unì in matrimonio al nobile Don Giovanni San Martino Ramondetta Duca della Fabbrica, e si deve alla loro generosità la costruzione per quei tempi colossale, di un serbatoio idrico di pubblica utilità chiamato “lo Stagnone”, oggi non più funzionante per motivi statici a causa dei vari smottamenti del terreno, ma ancora ben conservato.

        Alla morte dei due senza figli (Ottobre 1761) la Baronia passa al nipote per parte materna, Matteo Lucchesi Joppolo che diviene così il 10° Barone di Castelnormanno-Valle dell’Ulmo, e sposa Concetta  Platamoni San Martino.

        Suo successore  (il 21 Maggio 1774) è il figlio Ignazio Lucchesi Palli, che diviene l’11° Barone, sposa Concetta Platamone San Martino. Ricopre diverse cariche di rilievo, ed è con lui che si concluse la storia dei Baroni di Valledolmo. Suo successore fu il figlio Giovanni Lucchesi Platamone ed a questo punto bisogna saltare al 1892 per trovare l’ultimo dei Baroni di Valledolmo, cioè  Adenolfo Maria Lucchesi Palli, al quale fu attribuito e riconosciuto il titolo di Barone di Valledolmo.

         Con la morte di questo Principe si concluse quindi la dipendenza dei Valledolmesi prima dai Cutelli, poi dagli Joppolo e dai Lucchesi Palli, i quali tutti riuscirono a fare di una modesta fattoria, un Comune ricco, popoloso,e socialmente progredito.

         Ho tralasciato di proposito la esposizione del rebus: da dove deriva il nome Castrum Northmandum seu Vallis Ulmi? Per trattarlo in conclusione, e mi auguro di esplicitarlo chiaramente.

         Qualcuno in un primo momento aveva pensato che questo nome derivasse dal fatto che in quel sito fosse presente qualche castello, mai però sono state trovate tracce o ruderi che potessero ricondurci a questa ipotesi. E men che mai si è potuto dimostrare che risalisse a qualche  antico casale arabo. Ed allora ? Ebbene la ipotesi più accreditata è che si sia voluto immortalare l’uomo più eminente del tempo e della famiglia Cutelli, vale a dire Don Mario Cutelli. Infatti, si legge già nella “Licentia Populandi”

         <ipsamque Terram, habitationem et populationem nominari volumus Castrum Northmanni> cioè tradotto <la stessa Terra, abitazione e popolazione vogliamo che si chiamino Castello del Normanno>.

         Ma perché Castello del Normanno? perché Castello dell’uomo del Nord cioè del normanno don Mario Cutelli. Non dimentichiamo che la famiglia Cutelli è consacrata come famiglia di origine nordica, sia essa specificatamente normanna o tedesca. Concludendo possiamo affermare che il nuovo villaggio, sorto nella Valle dell’Ulmo, prese il nome dal palazzo-dimora del Cutelli, e dal fatto che il proprietario era uomo del nord-Europa, quindi Castelnormanno oggi Valledolmo, da Vallis Ulmi.
                                                                                                                                                             Filippo & Michele  Ex Allievi