News
<< Indietro
Giselda FOJANESI17-09-2023 09:50

Giselda FOJANESI

Nacque il 28 ag. 1851 presso Foiano della Chiana (Arezzo), da Pietro, patriota, piccolo proprietario terriero, e da Teresa Fossi. Nel 1861, al fine di avviare le figlie agli studi, questi avevano ceduta la proprietà, trasferendosi a Firenze. La F., d'indole e d'intelligenza viva e precoce, completò i corsi normali a sedici anni e, due anni dopo, conseguì l'abilitazione all'insegnamento: in quel periodo, insieme con la madre, cominciò a frequentare il salotto di Erminia Fuà Fusinato (che contava, tra gli assidui, pittori quali L. Ademollo e S. Ussi), ma più ancora casa Dall'Ongaro dove ebbe modo di conoscere G. Prati, M. Pratesi, G.B. Cuneo, A. De Gubematis, M.A. Bakunin, e - incontro capitale nel maggio del 1869 - G. Verga. Proprio a Maria Dall'Ongaro, e per l'interessamento di Mario Rapisardi, si deve l'assunzione della F. presso il convitto nazionale M. Cutelli di Catania, che raggiunse, in compagnia della madre e dello stesso Verga (che aveva rimandato la sua partenza, temporeggiando, per rimanerle vicino) nel settembre 1869.

Impegnato all'epoca nella stesura della Storia di una capinera, il Verga pregò la F. di descriverle la nuova esperienza del convitto per poterne avere termine di raffronto con quanto nel libro narrato. Il Rapisardi, nel frattempo, gelosissimo del Verga, cui era comunque legato da antica amicizia, innamoratosi della maestrina e a lei dichiaratosi con pose romantiche e plateali, diverrà in breve per la giovane causa dapprima di richiamo e quindi del definitivo allontanamento dal posto di lavoro.

Legata ormai sentimentalmente al "vate etneo", la F. riparò in Toscana; in breve, ancora per intercessione di F. Dall'Ongaro presso il ministro della Pubblica Istruzione C. Correnti, il Rapisardi ottenne la cattedra di letteratura italiana nell'ateneo catanese, risolvendo così la precaria situazione economica e potendo quindi affrettare le nozze con la F., che vennero celebrate a Messina il 12 febbr. 1872.

Lontana da Firenze, costretta dai diversi usi e costumi isolani, dall'aperta ostilità della suocera, dall'ossessiva gelosia del marito e dalle sue fobie e intemperanze caratteriali, la F. divenne ben presto cosciente della profonda infelicità in cui versava. Qualche conforto tuttavia le perveniva dall'amicizia con M. Serao e con F. Martini, allora direttore del Fanfulla, e dall'attività letteraria, cui anche il Rapisardi inizialmente sembrò porgere cauto consenso. Lodata da E. Nencioni, incoraggiata dal Verga, "... già dal settembre del '79 aveva avviato la sua collaborazione al "Fanfalla della Domenica" durata per più anni, con la pubblicazione di quasi tutte le novelle che doveva poi, nel 1886, raccogliere in Cose che succedono. E sempre nel '79, se non già prima, si dedicava alla composizione di Maria, il romanzo destinato alle appendici dei "Fanfulla" quotidiano ..." (Resta 1994, cui si rimanda per l'attenta disamina sull'opera certamente migliore della F., Maria, pp. 550-561). Collaborò anche ad altre testate importanti, tra cui La TribunaIl CaffaroScena illustrata.

Dopo la separazione dal Rapisardi, avvenuta nel dicembre 1883 in seguito alla scoperta d'una lettera amorosa del Verga (che ella aveva rincontrato a Firenze tre anni prima e ripreso a frequentare), la F. sfruttò ogni occasione lavorativa: dalle lezioni private alla collaborazione sempre più assidua con giornali e riviste, dalle traduzioni all'opportunità offertale già dal 1884 di coadiutrice nella guida degli educandati femminili. A questa nuova attività e agli insorgenti interessi pedagogici va ricondotto il resto della sua produzione, pervasa d'intenti didascalici. A trentanove anni - essendosi iscritta all'Istituto di studi superiori di Firenze - si laureò discutendo una tesi su Gaspara Stampa; ottenne una cattedra di italiano nelle scuole superiori, prima a Bari, poi a Perugia, quindi per un breve tomo di tempo a Venezia, e infine a Milano, quale ispettrice degli educandati femminili.

Cessò l'attività nel 1923; morì a Lodi il 3 febbr. 1946.

<< Indietro